frase del momento:

voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida

(Afterhours - Voglio una pelle splendida)

mercoledì 19 novembre 2008

Fermate quell'uomo

ieri mi ero perso questa memorabile scenetta a ballarò, prchè ormai sono stanco di vedere certi programmi di politica in tv che parlano di tutto per non parlare di niente, ma il re dei televenditori da sempre il meglio (o peggio) di se quando telefona in diretta alle trasmissioni facendo la parte della povera vittima di un gigantesco complotto. Così l'uomo più perseguitato del mondo ripete a memoria il suo monologo che porta avanti da mesi. Lo stesso che ha fatto imparare ai suoi discepoli. Se la prende con DiPietro, accusandolo tra l'altro senza possibilità di contraddittorio tanto amato dal centrodestra. Dopo è la volta di Epifani e del famoso incontro quasi segreto con gli altri segretari dei sindacati. Ormai lo show è partito, preso dalla foga e specchiandosi nel suo protagonismo, il nostro premier si lascia cadere in delle memorabili gaffes e lapsus, che dovrebbero farci preoccupare, e anche sorridere amaro. L'incontro è stato a casa sua, ma lui era solo un invitato, anzi no, non era a casa sua, ma nella sede di forza italia (che come sappiamo è di Cisl e Uil!), ma che volete che sia, era un semplice incontro informale, uno dei tanti che il presidente del consiglio, e un uomo politico, si trova per strada, del tutto incosapevole, soprattutto se c'è una situazione delicata,nonchè una crisi sociale. E poi la cosa più divertente, o meglio la più triste, avviene nel seguito della telefonata, dove l'uomo si rivela agli uomini, sarà stato un lapsus? O semplicemente la realtà? Ad un certo punto, infuriato con Epifani, che giustamente gli fa presente di non aver invitato il più grande sindacato, ci regala questa perla:
"Noi siamo stati sempre corretti, non le permetto di fare dichiarazioni che non rappresentano la realtà. L'incontro di quella sera, è stato un incontro tra i tanti che si fanno fra le varie parti in campo, non credo di avere bisogno della sua autorizzazione per incontrare alcuni protagonisti del mondo della politica e del lavoro, chiederò a lei il consenso su tutto, ma se vuole fare lei il dittatore, io non ci sto!"
e no che non ci sta! Si è sentito delegittimato...poveretto.
Ma no tranquillo il dittatore sei tu, e solo tu, non preoccuparti.
"Non avrai altro dittatore all'infuori di me!"

il video

domenica 16 novembre 2008

il ventennio del cavaliere

[La seconda tesi di questo libro è che quella italiana è ormai una democrazia in profonda trasformazione. Lo Statista sta trascinando l' Italia su un terreno che definirei «post-democratico», secondo la formula coniata da Colin Crouch... Non è una dittatura in senso classico, ma sicuramente una democrazia «nella sua parabola discendente». Ma discendente verso cosa? Il punto di caduta di questa deriva italiana è una forma moderna di «totalitarismo» post-ideologico, inteso in senso tecnico e filosofico. L' Italia è troppo disincantata per incappare in un vero «regime» in cui siano conculcate le libertà fondamentali... La posta in gioco è un' altra. E' una nuova, subdola ma comunque pericolosa forma di egemonia politico-culturale. E' lo svuotamento e il depotenziamento dei «luoghi» nei quali si sviluppano una riflessione oppositiva e una visione positiva sull' Italia che c' è e su quella che ci vorrebbe. E' l' assenza di poteri autonomi che bilanciano lo strapotere dell' esecutivo, dalle istituzioni all' establishment economico-finanziario, ridotto a un puro ruolo di vassallaggio, ricattato e ricattabile attraverso il meccanismo incestuoso delle concessioni governative e il circuito perverso del finanziamento bancario. E' lo sgretolamento dei contenuti della politica, lo smantellamento sistematico della verità dei fatti, il disfacimento scientifico del linguaggio, che trasforma l' informazione in «rumore bianco», ininfluente e inascoltabile, e omogeneizza tutto, il consenso e il dissenso, nel frullatore dell' assenso... ]*


tutto l'articolo su Repubblica.it
* Massimo Giannini - Lo Statista. Il Ventennio berlusconiano tra fascismo e populismo.