«Continuo a ritenere che sia molto bravo. E che sia possibile lavorare con lui quando aderirà a un patto professionale che qualsiasi impresa televisiva prevede».
(Antonio Campo Dall'Orto)
praticamente:

Riassunto delle puntate precedenti.
Siamo nella merda fin sotto il naso
Continuerà a salire.
È un continuo prenderci per il culo.
Dopo l’uscita del libro “La Casta”,che milioni di lettori hanno letto, e con le sue pagine si sono indignati per come si riescono a spendere i soldi pubblici, mentre la gente fatica ad arrivare a fine mese, loro continuano a dirci di stringere la cinghia. Ma non finisce qui.
La gente è stufa della politica, dei partiti, degli inutili dibattiti in tutti i salotti tv, (Vespa docet), delle sempre più banali frasi che i nostri hanno pronte per ogni evenienza. Si fa la lotta a chi sta più vicino al popolo, solo che ci stanno vicino si, ma da dietro e ogni distrazione è fatale.
I geni della politica di fronte a tutto questo allora si sono messi all’opera. Direte per trovare una soluzione ai nostri problemi? No ai loro.
Così è spiegato il verificarsi di tutti questi scioglimenti, unificazioni, cose rosse, cose bianche, (cose da pazzi). I più virtuosi invece hanno capito l’inghippo: la gente è stufa della politica? Rendiamola partecipe (virtualmente ovvio), ma come? Si saranno chiesti alcuni di loro…
“ma cos’è il genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione…” (citando Amici miei). È semplice. Per rendere partecipi basta utilizzare parole come: “democratico” “popolo” “libertà”. È il gioco è fatto. E ci vengono a dire: il nuovo che avanza. La voglia di cambiamento dei cittadini. Tutti sappiamo non essere così. Basta guardare le facce dentro quei nuovi contenitori (perché altro non sono) sempre le stesse. Come può essere credibile il cambiamento, il rinnovamento di una classe politica ormai superata e fine a se stessa, se non si cambiano le persone che ci sono dentro? (È come se per rendere più bello un regalo bastasse cambiare l’involucro, se è una merda resta tale ve lo garantisco, superati i due secondi iniziali).
Non è possibile…
Sono le idee quelle che contano e dall’inizio dei tempi le idee viaggiano con le persone. Certo si può cambiare idea, questo è possibile, ma solo se c’è un confronto. Non mi sembra ci sia stato. Non l’ho visto e soprattutto non mi hanno invitato. Il confronto è sempre tra di loro. E sempre per le medesime cose, io sono più liberale di te, io sono più democratico di te, il comunismo, il berlusconismo. Sono tutti dei palliati. Ci sviano dai problemi più gravi. E allora la massa si immedesima nel salotto di Vespa. La colpa è dei comunisti se tutto va male, la colpa è del berlusconismo se tutto va male, voi mangiavate i bambini, la colpa è della legge elettorale e continuando su questo genere. La colpa è di tutti. Di tutta quella merda di gente che sta lì a mangiare alle nostre spalle. Che se ne frega altamente di tutto quello che c’è attorno… perché hanno fatto della politica non una passione o uno strumento per governare e fare qualcosa di buono per sé e per gli altri, ma solamente un business. Un lavoro (senza esagerare) a tempo pieno su come aggirare le leggi e trarne maggiore vantaggio possibile. Poi si arriva ad un punto, che ne so una tragedia, un fatto non trascurabile, magari anche il morto, e allora tutti a fare i benpensanti, in tv ovviamente, tutti a essere dispiaciuti, tutti dalla parte giusta, affinché queste cose non accadano più. Si propone una legge dura, vera, intransigente, poi ci si accorge che magari potrebbe funzionare e allora si ridimensiona, una spuntatina di qua e una di là. Si cambia qualche parola, se ne tolgono alcune altre, anche interi articoli, si vota e alla fine abbiamo un’altra inutile legge che va ad aggiungersi alle altre. Gli esempi sono stati evidenti nell’ultimo periodo. Costi della politica, la gente è infuriata. Riunione dei cervelloni, facciamo una legge subito (da sottolineare l’urgenza) dopo discussioni e dibattiti eccola. L’annuncio era quello di una svolta, i costi dovevano essere dimezzati, una vittoria. Poi si vota, si ritaglia, si lavora di lima e alla fine…niente. Il taglio dei costi della politica ci sarà (forse) ma dalla prossima legislatura. Ah bene. Il problema è questo. È una politica che non pensa al futuro ma solo all’immediato. Ognuno per se. Quanto posso tirarci fuori? Ieri c’era un articolo di Stella-Rizzo sui costi delle pubbliche amministrazioni. Medesima cosa per l’immigrazione, problema spinoso, con gli scontri tra gli intransigenti e i tolleranti. Si propone una legge, poi si stravolge tutto e si vota. Sarà anche inutile ma poi si potrà dire: noi l’abbiamo fatta. Ci vogliono soluzioni, cazzo se ci vogliono. Intanto i tir scioperano, per i loro giusti motivi, facendo sentire la loro voce, tutto si blocca, l’Italia ferma come i loro camion e alla fine il peggio (rincari previsti per tutte le merci) tocca ai normali cittadini, gli stessi che continuano a morire nelle fabbriche e nei cantieri…basta.
Non mi succedeva dalla gita di quinto liceo quando scoprimmo quel canale porno in chiaro spagnolo. E cosi ormai abbattuto stavo quasi per spegnerla , anche con l’istinto di buttarla dalla finestra, ma mi sembrava abbastanza poco plateale e poco cinematografico visto che abito al piano terra. E anche e soprattutto perché l’ho pagata io. Così girando tra i canali, in cerca di qualcosa che potesse allietare il mio sabato sera, reso ancora più grigio dal pareggio deludente del milan, mi imbatto nel prologo del programma di Decameron. Non ero rimasto entusiasta delle prime puntate, questo lo devo dire, trovando molto surreali e noiose quelle gag fatte da attori quasi sconosciuti, ma Luttazzi è sempre Luttazzi (sicuramente migliore di tutta quella merda giornaliera che passano, anzi non c’è da fare nemmeno il paragone) mi sono detto e ho deciso di rimare sul canale.
Mai scelta fu migliore. Lo spettacolo è stato uno spettacolo nel vero senso della parola, il caro Daniele è ritornato al monologo, quello che lo aveva caratterizzato in questi anni di assenza dalla televisione, con la sua satira pungente, senza mezzi termini, senza paura, con nomi e cognomi.
Lo show raccontava di una sua ipotetica tourné in Iraq con cotanta presenza cartonata di,nientepopodimenochè, Giancarlo Giannini, Raul Bova, Aida Yespica, Alena Seredova e la mai dimenticata dai camionisti Manuela Arcuri, dinocciolando qua e là notizia e cifre di una guerra insensata e assurda. Notizie che i giornali e i cosiddetti telegiornali non riportano e nemmeno si sognano di farlo, che non si sa mai. Incollato letteralmente al televisore pendevo dalle labbra di Luttazzi, ridendo come un pazzo alle sue battute e alle suoi riferimenti sessuali sul pornografico, magari per qualcuno volgari ma mai fuori luogo, che solo lui è capace di fare. Stregato quasi dalla sua mimica facciale e dalla sue smorfie, e indignato per quelle verità che troppi si ostinano a tacere. Lo show è stato piacevole, lineare e scorrevole, mai noioso per tutto il tempo. Luttazzi è tornato. Alla grande, sembrava come se avesse messo da parte il risentimento personale delle prime puntate, come se avesse detto adesso facciamo sul serio, sparando a zero su Bush & co. Sul nostro governo, e sulla presenza dei nostri militari in una terra che non ci appartiene, in una guerra che non ci appartiene. E rilevando loro: “ragazzi non so se qualcuno ve l’ha detto, ma siete in guerra”. Questa è la satira, né più né meno, quella che ti fa ridere ossessivamente e ti fa indignare con la stessa intensità, in un gioco quasi perverso. Quella che non ha paura. Quella che ci manca in questo paese. Tutto il resto è niente, è solo far finta (di fare satira). Alla fine, qualche secondo di silenzio, quasi primo piano di Luttazzi e una sola frase, ma significativa come un trattato di mille pagine: “Oh ragazzi, basta guerre eh…” ma la trasmissione non finisce, continua con la sigla, come se fosse una normale appendice, o una parte integrante della stessa, un corredo perfetto, una copertina di chiusura adeguata, il video strampalato e intrigante della quasi struggente e malinconica “money for dope”, fine. Amaro in bocca…
Bentornato Daniele.
E grazie.
P.S: potete rivedere la puntata in replica nei prossimi giorni sempre su la7, da non perdere.