frase del momento:

voglio un pensiero superficiale che renda la pelle splendida

(Afterhours - Voglio una pelle splendida)

lunedì 9 luglio 2007

Come Dio comanda...Premio Strega 2007


Niccolò Ammaniti con il suo “Come Dio comanda” è risultato il vincitore del 61° Premio Strega. Quando è uscita la cinquina dei finalisti, devo dire, sono stato contento di avervi trovato dentro questo titolo, vuoi perché Ammaniti è uno scrittore che piace, e non solo a me, vuoi perché il libro è ben scritto, cosa alquanto solita ad Ammaniti, che già nei libri precedenti (Ti prendo e ti porto via; Io non ho paura; Branchie) aveva mostrato questa caratteristica. Il mio approccio con questo scrittore è nato per caso. È risale ai tempi di Ti prendo e ti porto via. Era il periodo il periodo in cui impazzava per radio e dovunque il tormentone del Vasco nazionale, quello che faceva: “Ma dove vai, ma dove vai, tanto oramai sei mia, passo di qui, faccio così,ti prendo e ti porto via…” insomma un giorno ad un intervista alla radio dichiara che la canzone è ispirata al titolo di un romanzo, appunto: Ti prendo e ti porto via, tra l’altro stesso titolo per la canzone. Incuriosito da questo, compro il libro e lo leggo d’un fiato, mi succede solo con i libri che mi fulminano! Da lì è nata l’ammirazione per questo scrittore. Il suo modo di scrivere è veramente coinvolgente, colpisce soprattutto la maestria con cui intreccia personaggi e punti di vista differenti degli stessi, colpisce il suo linguaggio, che sa essere duro e crudo quando ce n’è bisogno, senza mezzi termini e senza paura di cadere nel volgare. Colpisce il suo modo di rendere quasi visibile quello che si sta leggendo, quasi cinematografico. Proprio su questo qualcuno ha voluto criticarlo, generalizzando in lui, la letteratura italiana che ormai sa scrivere solo per il cinema o per la televisione. Ho trovato eccessive queste critiche soprattutto per uno scrittore così bravo, ma non voglio entrare nel merito della discussione. Anche in Come Dio comanda la scrittura è alquanto “cinematografica”, si intravede qualcosa di questo nei dialoghi, nella descrizione degli ambienti e nella trama piena di suspance. La lettura del libro è molto fluida, nonostante la paura iniziale dovuta al volume dello stesso. Protagonisti principali sono Rino e Cristiano Zena, padre e figlio, calati in una realtà complessa, violenta, crudele, quasi tragica, uniti da un amore viscerale al di sopra di tutto. Attorno a loro una varietà di personaggi molto ben curata, che non si discostano molto dalla realtà di tutti i giorni. La storia dei protagonisti si intreccia con la storia di questi strani personaggi, in modo diretto e indiretto, la congiunzione è quasi naturale e senza forzature, merito delle capacità di Ammaniti. E allora ti ritrovi personaggi come Quattro Formaggi e Danilo Aprea, segnati nella mente,da esperienze devastanti o come Fabiana ed Esmeralda rappresentanti del mondo adolescenziale, ben lontano da come descritto da Moccia, con i suoi contrasti generazionali e soprattutto sociali, che Cristiano prova sulle sue spalle. La storia scorre via, piena di una suspance degna dei migliori thriller, che accompagna i personaggi verso quella svolta tanto cercata, verso quella voglia di una vita migliore, fino allo sconvolgente finale, da palpitazione, quasi senza fiato.
Alla fine resta solo l’amaro in bocca, perché sembra finire troppo presto.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Dunque lo consigli. Magari in estate me lo leggo.

Anonimo ha detto...

Qualcuno che ne riassuma la tramma e traduca la mission del libro di Ammanniti.......
Ma in poche parole.....mi raccomando....
E non dite, per favore, che un libro va letto e non raccontato...
Ormai a una certa età viene meno la magia della scoperta di un libro....
E poi fa troppo caldo e leggere è davvero faticoso..... occore, inoltre, avere la mente disponibile!!!!!
Mi sa che il mio magazzino mentale ha molte scorte in deposito........
Allora...... c'è un volenteroso che ha la pazienza di esaudire la mia richiesta?
Grazie

Osteria dei Satiri ha detto...

il libro lo consiglio, soprattutto a chi ha già letto le altre cose di Ammaniti.
per zio Angelo raccontare la storia in due parole non è facile...anche perchè ci sono molti personaggi..la storia cmq è incentrata su padre e figlio Zena che vivono in condisioni di degrado sociale, in una casa quasi cadente e senza un fisso lavoro,il padre è un simpatizzante nazista,e ha degli amici strani, uno mezzo matto l'altro paranoico,a cui è morta la figlia in un incidente e la moglie lo ha lasciato,della quale lui è ancora ossessionato. Sono calati in una realtà di tutti i giorni difficile,fatta di tirare a campare e assistenti sociali che vogliono separare padre e figlio. loro si oppongono con ogni mezzo a questo, alla fine il padre e gli amici organizzano una specie di rapina, ma non riescono a metterla in atto e il finale diventa drammatico, con la pazzia che la fa da padrona.

poi se queste poche righe ti sono piaciute prova a leggerlo.
ciao max

Anonimo ha detto...

non ho letto il post perchè sto ancora leggendo il libro e non voglio sapere nulla!! :D
ad ogni modo: il trapanese è la mia meta... qualche giorno per poter scoprire un angolo che non conosco!
cultore dei pink floyd anche tu?!

grazie del passaggio!!! :D
a presto!!

Osteria dei Satiri ha detto...

non preoccuparti il finale non è svelato...altrimenti che bello c'è poi a leggerlo?

cmq si diciamo che mi interessano molto i Pink Floyd...

ciao max

Anonimo ha detto...

che libro!!la maestria,la cura con cui ammaniti descrive i personaggi,il loro carattere e l'ambiante attorno è veramente spettacolare,entri talmente nella storia che distaccarsene è davvero difficile!sono riuscita a visualizzare tutti,a renderli persone(e non personaggi)nella mia mente.lo stesso vale per "ti prendo e ti porto via",ma con un pò meno suspance!

Anonimo ha detto...

adesso che ho finito il libro, leggo il post...
e alla fine, non so dirti se mi è piaciuto o meno: senza infamia e senza lode insomma!
scritto discretamente, a mio avviso, ho trovato bella la struttura e il modo di intrecciare personaggi ed eventi, ma spesso i contenuti si perdono nelle ossessive descrizioni degli ambienti che invece potrebbero essere riprodotti con meno particolari, specialmente in alcuni casi. bella, ma a volte anch'essa prolissa, la descrizione degli stati d'animo e delle piccole manie/follie dei personaggi.
per quanto riguarda il finale... beh, sembra quasi incompiuto! non mi aspettavo certo un lieto fine, ma forse qualche particolare su cristiano zena... chissà, magari è previsto un sequel! :)

Osteria dei Satiri ha detto...

speriamo non ci sia un sequel...

si certo in alcuni casi la troppa descrizione annoia,ma in fondo credo che anche queste pagine facciano parte dei libri,altrimenti potremmo dire che mancano le descrizioni e poi dipende dalla caratteristiche dello scrittore e Ammaniti è maestro nelle descrizioni ambientali e psicologiche..secondo me.
ciao max